Abstract
[Ita:]Dopo i turbolenti anni Settanta, l’accademia e i policy maker
dei paesi avanzati hanno per un trentennio aderito al paradigma
economico del Nuovo Consenso che, postulando l’efficienza dei
mercati, attribuiva un ruolo molto limitato alla politica macroeconomica.
In particolare, a essere eliminata dalla cassetta degli
attrezzi era la politica di bilancio, meno “tecnocratica” della politica
monetaria e, quindi, più soggetta a distorsioni e ritardi. Le
istituzioni europee, create negli anni Novanta, riflettono questo
Nuovo Consenso.
• La crisi finanziaria globale ha provocato un processo di ripensamento
(Rethinking Macroeconomics) che ha rispostato il pendolo
tra Mercato e Stato verso lo Stato. Oggi, la politica di bilancio
sembra imprescindibile sia per la stabilizzazione macroeconomica
di breve periodo sia per la politica industriale e per la fornitura di
beni pubblici nel lungo periodo. Il ruolo dell’investimento pubblico,
sacrificato per decenni in tutti i paesi OCSE, è centrale sia nel
processo di ripensamento teorico sia nei piani di ripresa dopo la
pandemia.
• In questo contesto, non si può non guardare con una certa preoccupazione
alla recente proposta di riforma del Patto di Stabilità
presentata dalla Commissione europea. La proposta costituisce
un sostanziale miglioramento rispetto all’esistente, ma non
sembra garantire la creazione di uno “spazio fiscale” per i paesi
membri dell’UE. Per far fronte alle sfide del futuro, dall’autonomia
strategica all’investimento per le transizioni ecologica e digitale,
occorrerà aprire quanto prima il cantiere della creazione di una
capacità fiscale europea.
Titolo tradotto del contributo | [Autom. eng. transl.] The return of budgetary policy and the relaunch of public investments. |
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Lingua originale | Italian |
pagine (da-a) | 31-48 |
Numero di pagine | 18 |
Rivista | RIVISTA DI POLITICA ECONOMICA |
Volume | 2 |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2022 |
Keywords
- Investimenti pubblici
- politica di bilancio