Abstract
[Ita:]Se il merito indiscutibile del testo di Possenti sta nel rilanciare con vigore le discussioni sulla metafisica, “realismo”, “metafisica”, “filosofia moderna” appaiono tuttavia etichette il cui uso richiede un’accorta circospezione: l’alternativa va dal nome vuoto, che può stare per tutto, al nome sovradeterminato, rispetto al quale è impossibile ogni confronto. Ora il “realismo diretto” o “immediato” che propone Possenti implica una “presa diretta” delle facoltà conoscitive sul mondo e sull’essere.1 Bene: ma le facoltà chi le esercita? Spero che si risponda l’uomo: colui che può comprendere l’essere a partire da capacità legate al soggetto stesso e da principi su cui l’essere riposa. L’insieme della realtà e la sua comprensione sono due aspetti che non possono essere elaborati separatamente, pena cadere nel classico dualismo gnoseologico o in una sorta di intuizione autoevidente del reale che potrebbe manifestarsi anche a prescindere da un ipotetico spettatore della sua apparizione. A me sembra che Possenti, mentre ha ben chiaro il primo problema, sul
secondo acquieti la sua attenzione, con il rischio di perdere ciò che intendeva porre in salvo, l’essere appunto.
Titolo tradotto del contributo | [Autom. eng. transl.] Is realism a method? |
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Lingua originale | Italian |
Titolo della pubblicazione ospite | Realismo, metafisica, modernità. In margine al volume di Vittorio Possenti, Il realismo e la fine della filosofia moderna, |
Editor | Riccardo Pozzo Maria Cristina Dalfino |
Pagine | 31-48 |
Numero di pagine | 18 |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2018 |
Keywords
- metafisica
- realismo