Abstract

[Ita:]"È confortante che l’avvenire sia nelle mani di Dio: ma il presente è nelle mani dei farabutti". Con queste parole — appuntate da monsignor Domenico Tardini — un amareggiato Pio XI commentava, alla sera del 6 aprile 1938, gli avvenimenti occorsi in Austria dove, a seguito dell’annessione al Terzo Reich realizzata manu militari nella notte tra l’11 e il 12 marzo, ci si preparava al plebiscito che, quattro giorni più tardi, avrebbe definitivamente consacrato l’unione dei due paesi, che all’indomani della fine della prima guerra mondiale i trattati di pace di Versailles (art. 80) e di Saint-Germain en Laye (art. 88) si erano prefissati di impedire. Non si trattava della prima violazione delle norme stabilite dalla conferenza di pace di Parigi (1919) da parte della Germania hitleriana, ma certamente di quella più dolorosa per la Santa Sede, che per quasi vent’anni si era spesa per garantire alla piccola Repubblica austriaca — «capo tagliato dal corpo», secondo un’efficace espressione di Benedetto XV — un futuro dignitoso e indipendente.
Titolo tradotto del contributo[Autom. eng. transl.] The present is in the hands of scoundrels
Lingua originaleItalian
pagine (da-a)5-5
Numero di pagine1
RivistaL'OSSERVATORE ROMANO
Stato di pubblicazionePubblicato - 2018

Keywords

  • Anschluss
  • Dollfuss
  • Pio XI
  • Stato corporativo e cristiano

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