TY - BOOK
T1 - Il lavoro di apertura, Sulla strategia dei colloqui preliminari
A2 - Maiocchi, Maria Teresa
PY - 1999
Y1 - 1999
N2 - [Ita:]Non sempre nella clinica viene colta fino in fondo la necessità di isolare un momento specifico, preliminare al lavoro della cura, un tempo strategico della domanda. Questo tempo dell'inizio, se definisce accordi e motivazioni del 'contratto terapeutico', deve soprattutto toccare il punto sensibile che porta un soggetto a decidere, a scegliere per il 'viaggio' della cura.
La cattura del sofferente nel tecnicismo variopinto dei "trattamenti" oggi sul mercato rende ancor più opaco il momento in cui un soggetto arriva a chiedersi se può volere un cambiamento. La clinica ad orientamento psicoanalitico deve quindi prima di tutto saper leggere la domanda, per quanto implicita, non articolata, spostata, generica, o perfino assente.
I primi colloqui, spazio clinico effettivo, sono presi nella logica di un tempo per comprendere, dove sia messa in causa la verità del malessere e orienti il soggetto a scegliere per la cura. Il colloquio preliminare apre quindi lo spazio di una decisione. Il termine "rettifica" - introdotto da Lacan - indica questa manovra, che provoca il soggetto a interrogarsi sulla parte che lui stesso ha nel disordine che denuncia.
Quali sono le coordinate di un ascolto che sappia implicare questo reale nella domanda? La posizione soggettiva dell'operatore risulta essenziale: qui la clinica coincide con l'etica, specialmente dove la domanda prende la forma estrema del rifiuto.
I contributi qui raccolti provano a delimitare lo spazio di questo preliminare, come scommessa attuale della clinica, oggi poco attraversabile dalla domanda. A partire dal campo aperto dall'esperienza freudiana, l'insegnamento di Jacques Lacan, lettore di Freud, costituisce l'orientamento di questa strategia.
AB - [Ita:]Non sempre nella clinica viene colta fino in fondo la necessità di isolare un momento specifico, preliminare al lavoro della cura, un tempo strategico della domanda. Questo tempo dell'inizio, se definisce accordi e motivazioni del 'contratto terapeutico', deve soprattutto toccare il punto sensibile che porta un soggetto a decidere, a scegliere per il 'viaggio' della cura.
La cattura del sofferente nel tecnicismo variopinto dei "trattamenti" oggi sul mercato rende ancor più opaco il momento in cui un soggetto arriva a chiedersi se può volere un cambiamento. La clinica ad orientamento psicoanalitico deve quindi prima di tutto saper leggere la domanda, per quanto implicita, non articolata, spostata, generica, o perfino assente.
I primi colloqui, spazio clinico effettivo, sono presi nella logica di un tempo per comprendere, dove sia messa in causa la verità del malessere e orienti il soggetto a scegliere per la cura. Il colloquio preliminare apre quindi lo spazio di una decisione. Il termine "rettifica" - introdotto da Lacan - indica questa manovra, che provoca il soggetto a interrogarsi sulla parte che lui stesso ha nel disordine che denuncia.
Quali sono le coordinate di un ascolto che sappia implicare questo reale nella domanda? La posizione soggettiva dell'operatore risulta essenziale: qui la clinica coincide con l'etica, specialmente dove la domanda prende la forma estrema del rifiuto.
I contributi qui raccolti provano a delimitare lo spazio di questo preliminare, come scommessa attuale della clinica, oggi poco attraversabile dalla domanda. A partire dal campo aperto dall'esperienza freudiana, l'insegnamento di Jacques Lacan, lettore di Freud, costituisce l'orientamento di questa strategia.
KW - clinica
KW - domanda
KW - preliminare
KW - transfert
KW - clinica
KW - domanda
KW - preliminare
KW - transfert
UR - http://hdl.handle.net/10807/23505
M3 - Other report
SN - 9788846414618
T3 - Clinica psicoanalitica di base
BT - Il lavoro di apertura, Sulla strategia dei colloqui preliminari
PB - Franco Angeli
ER -