Abstract
[Ita:]Fra gli altri aspetti che la caratterizzano, l’attuale presidenza statunitense si segnala per il rapporto difficile che intrattiene con i tradizionali fori multilaterali. Le Nazioni Unite e le diverse articolazioni del sistema onusiano sono state colpire più volte dagli strali di Donald Trump, che dallo stesso palco dell’Assemblea generale ha più volte ribadito la superiorità della dimensione nazionale rispetto a quella sovranazionale. Queste prese di posizioni hanno richiamato un’ampia attenzione ma sono state generalmente dismesse come prodotto di un leader che ha fatto della provocazione la sua cifra stilistica e della retorica abrasiva il suo più efficace strumento politico. In questa prospettiva, l’‘anomalia Trump’ diventa la spiegazione di una postura percepita come transitoria e sostanzialmente incompatibile con il ‘vero’ interesse degli Stati Uniti. In realtà, la situazione è più complessa. Lungi dal rappresentare un’anomalia o la scelta estemporanea di un ‘outsider della politica’, la posizione assunta dell’amministrazione Trump sui temi del multilateralismo rispecchia una tendenza di lungo periodo della politica estera statunitense. Prendendo come riferimento le sole presidenze del post-guerra fredda, l’‘America first’ di Trump non appare, infatti, molto diverso dal ‘multilateralismo à la carte’ del democratico Bill Clinton, dall’unipolarismo del repubblicano George W. Bush o dell’‘imperial understretching’ di Barack Obama. Tutte formule (applicate in maniera sostanzialmente bipartisan) che rispecchiano una propensione ‘alle mani libere’ tipica del modo di porsi degli Stati Uniti rispetto agli ‘affari del mondo’ e che affonda le sue radici negli anni stessi che hanno assistito alla nascita del Paese. Su queste basi, il contributo proposto mira a rileggere l’esperienza degli Stati Uniti in relazione ai temi di multilateralismo evidenziando la natura contingente delle scelte compiute in questo campo e le peculiarità che caratterizzano la loro adesione al sistema onusiano. L’obiettivo è inquadrare gli sviluppi attuali della posizione di Washington rispetto a uno sfondo storico articolato, che permetta di evidenziare la dimensione strutturale dei cambiamenti in atto e il modo in cui questa si rapporta alla tradizione politica e culturale ‘profonda’ del Paese. Un’attenzione particolare sarà dedicata al tema del rapporto con l’Europa, che nel secondo dopoguerra, da campione della tradizionale politica ‘di cancelleria’ è diventata un pilastro del successivo ordine multilaterale e che sembra fare fatica a uscire da un ruolo diventato, negli anni, sempre più stretto.
Titolo tradotto del contributo | [Autom. eng. transl.] The dilemma of multilateralism. Washington and the world, between collective commitment and "America first" |
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Lingua originale | Italian |
pagine (da-a) | 27-50 |
Numero di pagine | 24 |
Rivista | GEOPOLITICA |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2020 |
Keywords
- Multilateralismo
- Stati Uniti - Politica estera