Abstract
[Ita:]Il modello europeo di regolazione dei flussi migratori, tradizionalmente fondato sulla figura del lavoratore ospite, ha consentito di posporre nel tempo la questione dell’inclusione degli stranieri nel sistema dei diritti di cittadinanza, cioè a dire la
questione dei “confini” del welfare. L’evoluzione del fenomeno migratorio, la sua trasformazione in una presenza stabile ed eterogenea, a maggiore ragione la comparsa di una seconda generazione hanno costretto i paesi europei ad arricchire il paniere dei diritti offerti agli immigrati e alle loro famiglie, senza però risolvere
in modo definitivo il paradosso storico della vicenda europea: il tentativo di tenere insieme la logica economicista alla base del modello europeo di regolazione degli ingressi con quella solidaristica che afferma il primato dei diritti della persona sulla stessa prerogativa degli Stati di “scegliersi” i propri cittadini e decidere il trattamento da riservare agli stranieri. Un tentativo che, oggi come ieri, esita in soluzioni compromissorie che rivelano, ad un tempo, il carattere di artefatto politico e culturale del concetto di cittadinanza nazionale e gli esiti paradossali cui può condurre l’applicazione di una logica di condizionalità nell’accesso ai diritti.
Titolo tradotto del contributo | [Autom. eng. transl.] The "boundaries" of citizenship: why immigration disturbs |
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Lingua originale | Italian |
pagine (da-a) | 40-56 |
Numero di pagine | 17 |
Rivista | Sociologia del Lavoro |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2010 |
Keywords
- Europa
- Europe
- citizenship
- cittadinanza
- globalisation
- globalizzazione
- immigration
- immigrazione
- nationalism
- nazionalismo