[Health Technology Assessment of the Probiotic Cleaning Hygiene System (PCHS)]

Giovanna Elisa Calabro'*, Elisabetta Caselli, Carla Rognoni, Patrizia Laurenti, Umberto Moscato, Maria Luisa Di Pietro, Maria Rosaria Gualano, Fidelia Cascini, Floriana D'Ambrosio, Floriana D'Ambrosio, Fabio Pattavina, Sara Vincenti, Ada Maida, Rossella Mancini, Silvia Martinelli, Carlotta Amantea, Valerio Flavio Corona, Alessandra Daniele, Andrea Paladini, Maria Francesca RossiEmanuele La Gatta, Luigi Petrella, Valeria Puleo, Rosanna Tarricone, Walter Ricciardi

*Autore corrispondente per questo lavoro

Risultato della ricerca: Contributo in rivistaArticolo in rivista

Abstract

[Ita:]Le infezioni correlate all’assistenza (ICA) e la resistenza agli antibiotici (Antimicrobial Resistance, AMR) rappresentano una vera e propria emergenza sanitaria, con un impatto rilevante in termini clinici, sociali ed economici [1]. L’utilizzo eccessivo e inappropriato di farmaci antimicrobici è uno dei principali fattori di insorgenza della resistenza agli antibiotici nei patogeni umani, a causa di mutazioni o scambi genetici che ne facilitano la sopravvivenza. Gli effetti della resistenza, ovvero l’incapacità di un antibiotico, somministrato alle dosi terapeutiche, di ridurre la sopravvivenza o inibire la replicazione di un batterio patogeno, comportano gravi rischi di salute pubblica a livello globale, con aumento di mortalità per infezioni e ingenti costi sanitari e sociali. L’antibioticoresistenza è un fenomeno multifattoriale e multisettoriale, contro il quale interventi singoli e sporadici mostrano un impatto limitato [1, 2]. Una delle più importanti conseguenze derivanti da tale fenomeno è rappresentata dalle ICA che, assenti al momento del ricovero, si manifestano in un individuo durante la degenza in ospedale o in un qualsiasi contesto assistenziale, con una sempre più crescente selezione di ceppi di patogeni Multi-Drug Resistant (MDR). A livello europeo, ogni anno, le ICA colpiscono circa 4 milioni di pazienti e sono causa di oltre 37.000 decessi, di cui solo 10.000 in Italia. I costi per la gestione di queste infezioni, inoltre, superano il miliardo di €/anno, con un impatto economico notevole anche in termini di prolungamento dei tempi di degenza e maggior impiego di antibiotici. I dati provenienti dagli ospedali italiani mostrano un’incidenza di ICA del 5 ± 10%, con un tasso di mortalità fino al 20 ± 30% [1-6]. L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) ha inoltre stimato che, tra il 2015 e il 2050, circa 2.4 milioni di persone potrebbero morire in Europa, Nord America e Australia a causa di infezioni da superbatteri, con la perdita di circa 1.75 milioni di anni di vita aggiustati per la disabilità (disability-adjusted life years, DALYs). Solo in Italia, sempre il modello OCSE stima 500.000 vite e 31.100 DALYs persi a causa delle resistenze microbiche [3-6]. Ancor di più negli ultimi anni, pertanto, la lotta alla resistenza antimicrobica e alle ICA è al centro dell’attenzione delle principali istituzioni internazionali, quali l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la Commissione Europea, il Centro Europeo per il Controllo delle Malattie Infettive (European Center for Disease Prevention and Control, ECDC) che, in sinergia con autorità competenti e stakeholder internazionali, si propongono di coordinare e rafforzare tutte le azioni di contrasto dei rischi che hanno origine dall’interfaccia tra ambiente, animali e uomo, riconoscendo l’importanza di un approccio ‘One Health’ [7].
Titolo tradotto del contributo[Autom. eng. transl.] [Health Technology Assessment of the Probiotic Cleaning Hygiene System (PCHS)]
Lingua originaleItalian
pagine (da-a)E1-E123
RivistaJOURNAL OF PREVENTIVE MEDICINE AND HYGIENE
Volume63
DOI
Stato di pubblicazionePubblicato - 2022

Keywords

  • PCHS, HTA, ICA

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