Hassen Khemiri, La strategia estrema della dimenticanza per salvarsi la pelle

Ingrid Marina Basso*

*Autore corrispondente per questo lavoro

Risultato della ricerca: Contributo in rivistaArticolo in rivista

Abstract

[Ita:]La storia di Samuel non è altro che il riflesso delle infinite tessere di uno specchio distrutto. Tante tessere che rimandano una medesima realtà, sempre la stessa, sempre tutta intera in ogni singolo frammento, eppure mai la stessa, come le innumerevoli coscienze che riflettono il mondo e lo raccontano. E in questo modo ci restituisce la storia di Samuel lo svedese Jonas Hassen Khemiri (1978), nel suo ultimo romanzo "Tutto quello che non ricordo" , vincitore del prestigioso Augustpris, che in passato si aggiudicarono autori svedesi del calibro di Torgny Lindgren, Tomas Tranströmer, Göran Tunström e Per Olov Enquist. Nato e cresciuto in un elegante quartiere di Stoccolma da padre tunisino e madre svedese, una prestigiosa laurea in Economia con esordi professionali a New York, Khemiri ha tuttavia sempre dovuto combattere contro l’ostilità di un ambiente sociale dominato dal pregiudizio legato al colore della sua pelle. È così che i temi dell’integrazione, dell’identità e della lingua, sono sempre al centro della sua produzione letteraria, romanzesca e drammaturgica.
Titolo tradotto del contributo[Autom. eng. transl.] Hassen Khemiri, The extreme strategy of forgetfulness to save one's skin
Lingua originaleItalian
pagine (da-a)14-14
Numero di pagine1
RivistaIL MANIFESTO
Stato di pubblicazionePubblicato - 2017

Keywords

  • interpreazione
  • memoria
  • morte
  • oblio

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