Abstract
[Ita:]Il contributo intende esplorare il problema dei barbari in Ambrogio, alla luce della epocale disfatta di Adrianopoli (9 agosto 378), secondo tre linee: la prospettiva classica, che chiama in causa i nessi chiesa-impero, cristianità-romanità, con i barbari quali terzo incomodo; un’ottica meno tradizionale, che mette a fuoco il problema più in chiave di “attualità”; infine tenteremo di adire una via più prettamente ambrosiana. Ne risultano evidenziati i diversi livelli sui quali si può leggere la categoria di “barbaro” nel pensiero del vescovo di Milano: sul piano della littera/historia il barbaro è il nemico reale e minaccioso che è lecito contrastare con la guerra; a un secondo livello il barbaro è l’eretico (specificatamente l’ariano) da debellare nella battaglia in difesa dell’ortodossia; in una ulteriore dimensione il barbaro è il nostro io passionale e carnale da reprimere con la “guerra spirituale” condotta perseguendo l’ideale di una vita rationabilis e perfecta. E poiché il vero teatro di guerra non sono le realtà uisibilia et corporalia, ma le spiritalia, la vera battaglia è questa. Il vero barbaro è dentro di noi.
Titolo tradotto del contributo | [Autom. eng. transl.] "Gog iste Gothus est". The shadow of Adrianople on Ambrogio of Milan |
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Lingua originale | Italian |
pagine (da-a) | 127-161 |
Numero di pagine | 35 |
Rivista | STUDIA AMBROSIANA |
Volume | 5 |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2011 |
Pubblicato esternamente | Sì |
Keywords
- Ambrogio di Milano
- Barbari
- Cristianesimo