Abstract
[Ita:]Il saggio esamina il ruolo "lungo" dell'Italia nella nascita di una regolazione internazionale del lavoro e sottolinea l'originaria connotazione sociale dell'architettura europea. La prima parte documenta le pressioni industriali, già nel sec. XIX, per definire internazionalmente alcune norme minime atte ad evitare forme di concorrenza viziate da social dumping, giungendo così ai primi accordi bilaterali e poi alle prime organizzazioni internazionali del lavoro prima della Grande guerra. Accenna quindi alla presenza dell'Italia nell'International Labour Office dal 1919 fino alla sua espulsione nel 1936 e al suo rientro nel dopoguerra, rientro che mise fine alla presunzione di una completa autonomia delle politiche sociali nazionali. Nel dopoguerra un particolare impegno fu rivolto non solo dall'Italia ai lavoratori migranti, da un lato, e alla caratterizzazione in senso sociale delle nuove organizzazioni europee. Sul piano interpretativo la ricerca evidenzia come anche nei rapporti internazionali l’Italia abbia cercato di coniugare le politiche di liberalizzazione con le istanze di regolazione, giustificando un approccio non antagonistico tra sviluppo economico e politiche di welfare, entrambe intrecciate alla scala nazionale e internazionale. Il saggio è corredato da un data set comprendente tutti gli accordi internazionali dell’Italia sulle assicurazioni sociali nelle prime tre legislature.
Titolo tradotto del contributo | [Autom. eng. transl.] International "social security" agreements and the question of social policies at the origins of the European construction (1947-1956) |
---|---|
Lingua originale | Italian |
Titolo della pubblicazione ospite | Il dilemma dell'integrazione. L'inserimento dell'economia italiana nel sistema occidentale (1945-1957) |
Editor | ALBERTO COVA |
Pagine | 125-209 |
Numero di pagine | 85 |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2008 |
Keywords
- Italia (secondo dopoguerra)
- Relazioni internazionali
- Sicurezza sociale