Abstract
[Ita:]Famoso scrittore e naturalista, giornalista, già collaboratore e traduttore dell’Al Gore ambientalista, dal 2009 Sjöberg è ufficialmente anche artista e performer: la 53. Biennale veneziana ha voluto infatti esporre la sua corposa collezione di sirfidi – mosche – realizzata in lunghi anni di appassionate ricerche sull’isola di Runmarö, nell’arcipelago di Stoccolma. Queste ricerche hanno valso, tra l’altro, al loro autore anche l’Ig-Nobel, premio che l’università di Harvard conferisce agli studi scientifici più bizzarri e originali. Ai sirfidi Sjöberg ha dedicato anche il suo primo libro di successo, Flugfällan, uscito in Svezia nel 2004 e ora tradotto in quattordici lingue. Insieme a L’arte della fuga, in uscita a breve anche in Italia sempre per Iperborea, i due agili volumetti costituiscono un insolito e gustoso “ritratto dell’entomologo da giovane”, un’autobiografia intessuta come una preziosa silloge di curiosi aneddoti storico-scientifici che spaziano dalla dimensione universale a quella personale dell’autore stesso o di naturalisti rigorosamente scandinavi più o meno noti del calibro di Linneo, René Malaise e Gustaf Eisen
Titolo tradotto del contributo | [Autom. eng. transl.] Frederik Sjöberg, The naturalist Frederik Sjöberg in search of a writing without defined landing places |
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Lingua originale | Italian |
pagine (da-a) | 3-3 |
Numero di pagine | 1 |
Rivista | IL MANIFESTO |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2017 |
Keywords
- narrazione
- ricerca
- storia naturale