Abstract
[Ita:]La domanda sull’educazione, e su quale modello di educazione, appartiene alla società, è mossa dalla società, così come ad essa deve tornare la risposta: educare alla complessità, al pensiero critico, alla responsabilità delle scelte sono le risposte possibili. In altre parole, consideriamo l’educazione come cittadinanza attiva, intendendo per cittadinanza una condizione definita, fon-data sul rispetto di sé, degli altri e delle regole della comunità. Si tratta di un atteggiamento culturale fatto di valori come l’impegno civile e politico, e di una dimensione etica che implica la convinzione per la quale senza scelta e responsabilità non possa esistere autentica giustizia sociale. È il senso di ap-partenenza ed esercizio di democrazia, dove la democrazia è il risultato di contrapposizione prima, di mediazione poi. Questo dovrebbe essere il com-pito della Scuola pubblica, da adempiere ricorrendo alla ricchezza culturale che le deriva dal suo pluralismo; lo possono fare insegnanti formati, dispo-nibili al confronto, che sappiano smontare e rimontare saperi disciplinari e competenze trasversali in modo epistemologicamente corretto, per rispon-dere ai diversificati bisogni di apprendimento, fornendo strumenti di inte-razione con la realtà. La Scuola, dunque, come luogo etico di formazione e cittadinanza, che orienti il cambiamento e i processi trasformativi, ispirata a nuovi paradigmi culturali, sociali, psico-pedagogici e organizzativi. Una Scuola che, in quanto servizio pubblico, stia già dentro un progetto peda-gogico e politico insieme. KEYWORDSSchool, Participatory Democracy, Social Justice, Active Citizenship, Teacher Education. Scuola, Democrazia Partecipativa, Giustizia Sociale, Cittadinanza Attiva, For-mazione degli Insegnanti. Introduzione Nelle riflessioni che questo saggio offre ricorre spesso la parola “spazio” e non è un caso. Lo spazio delimita il modo in cui siamo nel mondo e in cui possiamo compiere le nostre azioni, pronunciare le nostre parole, incontrare gli altri come noi. Lo spazio è ciò che consente, limita e determina le possibilità della nostra esi-stenza, e siccome è spazio sempre condiviso, la sua natura è politica. Ragionare di educazione e formazione vuol dire, dunque, ragionare sugli strumenti che ci preparano ad abitare quello spazio politico. È per questo che i quattro ambiti di riflessione di cui si compone il saggio de-cidono di affrontare le urgenze della formazione a partire dal dibattito pubblico da cui quelle istanze partono e a cui la ricerca pedagogica deve fornire risposte e indirizzi. Che si tratti di un richiamo forte, motivato e quasi accorato alle politiche pub-bliche, affinché ritrovino la via maestra delle motivazioni democratiche che do-vrebbero sostenerle, altrimenti si disgrega ogni rete sociale, si frantuma ogni conquista di solidarietà e inclusione, e soprattutto si compie il misfatto più de-plorevole, quello di disperdere intelligenze e creatività; che si tratti di una visione lucida delle mancanze e delle opportunità della gestione scolastica nel nostro Paese, capace di mettere al centro la formazione dei formatori ancor prima dei formati; che si tratti di riaffermare uno spazio critico dell’educazione alla cittadi-956
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Titolo tradotto del contributo | [Autom. eng. transl.] TRAINING FOR DEMOCRACY. NEW ITINERARIES FOR SOCIAL JUSTICE |
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Lingua originale | Italian |
pagine (da-a) | 955-965 |
Numero di pagine | 11 |
Rivista | FORMAZIONE & INSEGNAMENTO |
Volume | 2022 |
DOI | |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2022 |
Keywords
- Education, critical thinking, social justice
- educazione, pensiero critica, giustizia sociale