Abstract
[Ita:]Nel XXI secolo la festa è stata intesa in diverse modalità, polarizzate intorno alle posizioni di Frazer e di Freud. Entrambi hanno enfatizzato le caratteristiche di sospensione della quotidianità, marginalità e trasgressione che pertengono alla festa. Nel corso del tempo queste nozioni sono state declinate e unificate nell’idea di festa come appagamento di un (qui non specificabile) desiderio. Questa visione è stata opposta a una prospettiva che invece si focalizza sul ruolo sacrificale che accompagna ogni festa dall’inizio alla fine. Il saggio si concentra su due aspetti tipici della festa: 1) i partecipanti adattano i loro comportamenti a 2) ciò che accade. L’analisi dei comportamenti dei partecipanti e della festa come evento supporta l’ipotesi qui avanzata: l’evento, infatti, introduce un’interruzione nella quotidianità e i partecipanti sperimentano un eccesso di senso come manifestazione di un tempo originario e di uno spazio sacro. Ciò che è rivelato nella sacralità dell’inizio è anche la necessità del sacrificio. Una tale necessità è determinata da un radicale bisogno di consolazione e dall’esperienza della contraddizione, che segue un’eterogenesi dei fini o una disteleologia. Nell’esempio che è qui proposto, i partecipanti alla festa diventano vittime sacrificali di attori inaspettati che sono a loro volta erranti e per caso.
Titolo tradotto del contributo | [Autom. eng. transl.] Wandering party |
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Lingua originale | Italian |
pagine (da-a) | 393-401 |
Numero di pagine | 9 |
Rivista | SPAZIO FILOSOFICO |
Volume | 5 |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2015 |
Keywords
- Event
- Evento
- Feast
- Festa