Abstract
[Ita:]Secondo una certa espressione del liberalismo, e secondo una diffusa opinione corrente, c’è una netta distinzione tra la sfera visibile-pubblica della vita e la sfera privata, in cui il singolo non influisce su altri.
Il presente contributo esamina questa tesi e piuttosto asserisce – anche riportando alcuni passi (poco considerati dalla letteratura) di un nume tutelare del liberalismo come Mill – che il comportamento del singolo nella sua sfera privata, persino quando egli è solo, può influire considerevolmente sul suo comportamento intersoggettivo e pubblico.
Inoltre indica alcune espressioni di questo influsso che discendono da un uso eccessivo-sregolato delle tecnologie digitali.
Le condotte, le virtù e i vizi privati hanno delle conseguenze pubbliche, l’agire umano ha un effetto immanente sul soggetto che poi si riverbera sugli altri soggetti, inoltre il male può avere un effetto emulativo.
E l’uso privato delle tecnologie digitali, incide, per esempio, sul tempo (riducendolo), sul pensiero (talora nuocendogli e comportando una percezione impoverita della realtà), sulla memoria (a discapito della possibilità della storia di essere magistra), sul linguaggio (talvolta impoverendolo, a danno del proprio impegno civile e del bene comune delle democrazie), e sulle relazioni interpersonali del soggetto (danneggiandole).
Titolo tradotto del contributo | [Autom. eng. transl.] Is there really a distinction between private and public sphere? |
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Lingua originale | Italian |
Titolo della pubblicazione ospite | Visibilità, dimensione pubblica e civic agency attraverso e nei media digitali |
Pagine | 123-146 |
Numero di pagine | 24 |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2020 |
Keywords
- J.S. Mill
- digital media
- distinzione pubblico/privato
- media digitali
- pensiero-memoria-linguaggio
- public/private distinction
- thought-memory-language