Abstract
[Ita:]Ai vv. 330 s. Prometeo così risponde a Oceano che si è offerto di fare da intermediario fra lui e Zeus: ζηλῶ σ' ὁθούνεκ' ἐκτὸς αἰτίας κυρεῖς, / πάντων μετασχὼν καὶ τετολμηκὼς ἐμοί. Il v. 331 appare sospetto non solo per ragioni linguistiche ma anche perche' non si ha nessuna notizia di una partecipazione di Oceano al fianco di Prometeo in una lotta contro Zeus (cfr. al contrario Prom. 234, dove il protagonista dice di essere stato l'unico a proteggere il genere umano); questo dato appare anzi in contrasto con la caratterizzazione del vecchio dio, che nelle nostre fonti letterarie appare come del tutto restio a farsi coinvolgere nelle lotte dinastiche dei suoi fratelli. La tendenza degli ultimi editori è quindi a ricorrere per il v. 331 alle cruces, o, alternativamente, a stampare il testo tràditò affidando all'apparato o al commento le proprie perplessità (di altre soluzioni più drastiche, che contemplano anche la caduta di versi intermedi, si rende conto nell'articolo in una breve discussione iniziale). Le difficoltà possono essere risolte se si accoglie la semplice correzione di Denniston, che è stata pressoché ignorata dagli studiosi: πάντων μετασχεῖν (iam Weil) οὐ (Denniston) τετολμηκὼς ἐμοί. La corruttela è facile da spiegare paleograficamente: dapprima ci sarebbe stata l'erronea trascrizione di μετασχεῖν in μετασχών (favorita dal participio seguente τετολμηκὼς oltre che da omoteleuto con il precedente πάντων), quindi, per esigenze di normalizzazione sintattica, l'alterazione di οὐ in καί. Con questa soluzione non solo verrebbero risolti i problemi grammaticali, ma si otterrebbe una rappresentazione di Oceano in linea con tutte le altre fonti letterarie che insistono sull'esclusione del vecchio dio dalle lotte dei Titani; inoltre, la mancanza di τολμή del vecchio dio risulterebbe coerente con quanto conosciamo dei personaggi dei falsi philoi nella tragedia greca (come ad es. Ferete nell'Alcesti, Giasone nella Medea o Menelao nell'Oreste), per i quali la ἀψυχία o ἀνανδρία è un dato caratterizzante dell'ethos, spesso rimproverato dal protagonista. Infine, questo rimaggiamento del testo renderebbe pienamente comprensibile ed anzi efficace l'ironica osservazione di Prometeo al v. 299 s. (πῶς ἐτόλμησας […] τὴν σιδηρομήτορα ἐλθεῖν ἐς αἶαν;), che a molti è sembrata eccessiva (cfr. ad es. Podlecki nel suo ultimo commento: «"dare" seems an odd word for Prom. to use».).
Titolo tradotto del contributo | [Autom. eng. transl.] Aeschylus, Prometheus 330-334: text and interpretation |
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Lingua originale | Italian |
pagine (da-a) | 31-41 |
Numero di pagine | 11 |
Rivista | Quaderni Urbinati di Cultura Classica |
Volume | 2008 |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2009 |
Keywords
- Aeschylus
- Eschilo
- Oceano
- Oceanus
- Prometeo
- Prometheus
- Textual notes
- commentary
- critica testuale
- philia