Abstract
[Ita:]Il 23 ottobre del 2015 le Nazioni Unite hanno stabilito di prolungare
le sanzioni contro l’Eritrea per un altro anno. Nel giugno
del 2015, Tekle Bisrat, colonnello dell’Aeronautica, ha tentato
di rovesciare Isaias Afewerki, presidente dall’8 giugno 1993 e
al potere da più di vent’anni, ma è stato ucciso e i suoi militari sono
fuggiti verso il Sud-Sudan. Nel 2014 altri quattro militari fortemente
sospettati di voler rovesciare il potere presidenziale sono rimasti uccisi
in un incidente automobilistico.
Divisa in sei regioni (zoba) e in 55 distretti (sub-zoba),1 dal 2011
l’Eritrea produce oro dalla miniera di Bisha ma la sua economia è basata
soprattutto sulle rimesse degli eritrei dall’estero, tassate dal Presidente
al 2%. Il paese è isolato e militarizzato. Secondo un Rapporto
delle Nazioni Unite 2 continue violazioni dei diritti umani, unitamente
a privazioni delle libertà fondamentali, causano la fuga continua di più
di 5.000 persone al mese verso il Mediterraneo. Nessuno parla dell’Eritrea.
I motivi? Il paese è piccolo e povero, con una popolazione esigua,
è privo di petrolio, non ha ambizioni nucleari e si trova in Africa.
Titolo tradotto del contributo | [Autom. eng. transl.] Eritrea. Colonial past and political-institutional dynamics |
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Lingua originale | Italian |
pagine (da-a) | 19-31 |
Numero di pagine | 13 |
Rivista | MUNERA |
Volume | 2016 |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2016 |
Keywords
- Africa orientale
- Colonialismo
- Eritrea