TY - CHAP
T1 - Elio Vittorini e Albe Steiner. L’architettura in «Politecnico»
AU - Geremia, Lucia
PY - 2024
Y1 - 2024
N2 - [Ita:]La chiamata in causa dell’architettura emerge fin dalla preparazione del «Politecnico» (1945-1947), a partire dai cosiddetti «programmi-progetto» che il direttore, Elio Vittorini, affida al grafico Albe Steiner. Guardando a una personalità artistica innovativa come Edoardo Persico e alle pagine di «Casabella» (1928), Steiner assorbe un nuovo ordine compositivo, all’interno del quale comporre tutti gli elementi architettonici fondamentali del settimanale: titoli, filetti di testo e immagini. In tal modo, alla struttura standard del giornale subentra una nuova impostazione visiva che guarda alla «relazione fra misure, proporzioni, direzioni, contrasti di chiaro e scuro e fra i colori», valori che richiamano proprio quelli dell’architettura. Ben si riflette infatti nel «Politecnico» quell’incrocio tra letteratura e architettura, tra grafica e urbanistica, tra saperi diversi, che consente di far riflettere su determinati spazi, reali e immaginati. Sulle pagine del periodico inoltre vengono affrontati molti temi riguardo alla progettazione della città, alla realizzazione di spazi vivibili, vagliando idee, proposte, studi e raccontando lo stato della realtà e di chi la abita. L’architettura è dunque uno dei filoni tematici che attraversa «Politecnico», intesa ora come indice di modernità, di progresso sociale e civile; ora come strumento critico che permette di interpretare i mutamenti di un Paese all’indomani della guerra.
AB - [Ita:]La chiamata in causa dell’architettura emerge fin dalla preparazione del «Politecnico» (1945-1947), a partire dai cosiddetti «programmi-progetto» che il direttore, Elio Vittorini, affida al grafico Albe Steiner. Guardando a una personalità artistica innovativa come Edoardo Persico e alle pagine di «Casabella» (1928), Steiner assorbe un nuovo ordine compositivo, all’interno del quale comporre tutti gli elementi architettonici fondamentali del settimanale: titoli, filetti di testo e immagini. In tal modo, alla struttura standard del giornale subentra una nuova impostazione visiva che guarda alla «relazione fra misure, proporzioni, direzioni, contrasti di chiaro e scuro e fra i colori», valori che richiamano proprio quelli dell’architettura. Ben si riflette infatti nel «Politecnico» quell’incrocio tra letteratura e architettura, tra grafica e urbanistica, tra saperi diversi, che consente di far riflettere su determinati spazi, reali e immaginati. Sulle pagine del periodico inoltre vengono affrontati molti temi riguardo alla progettazione della città, alla realizzazione di spazi vivibili, vagliando idee, proposte, studi e raccontando lo stato della realtà e di chi la abita. L’architettura è dunque uno dei filoni tematici che attraversa «Politecnico», intesa ora come indice di modernità, di progresso sociale e civile; ora come strumento critico che permette di interpretare i mutamenti di un Paese all’indomani della guerra.
KW - letteratura, archiettettura, riviste, dopoguerra, città
KW - letteratura, archiettettura, riviste, dopoguerra, città
UR - http://hdl.handle.net/10807/299857
M3 - Chapter
SN - 979-12-5496-160-5
VL - 55
T3 - CIVILTÀ ITALIANA. NUOVA SERIE
SP - 71
EP - 78
BT - Letteratura e architettura. L’antropizzazione dello spazio civico in un’Italia in mutamento.
A2 - Kuon, P.
A2 - Pagano, M.
ER -