TY - BOOK
T1 - Donation-based crowdfunding, raccolte fondi oblative e donazioni "di scopo"
AU - Renda, Andrea
PY - 2021
Y1 - 2021
N2 - [Ita:]Le raccolte fondi oblative, o pubbliche sottoscrizioni, costituiscono un fenomeno antico – come dimostrano collette laiche e questue religiose praticate da secoli – eppure poco indagato sul piano giuridico, a dispetto della sua crescente diffusione, ancora maggiore in epoca di pandemia. Tradizionalmente organizzate dai comitati e da enti non lucrativi, nell’attuale società digitale possono essere lanciate da chiunque, anche persona fisica, per scopi altruistici o meno, complice la facilità con la quale il web consente di divulgare un progetto chiedendo al pubblico di sostenerlo con offerte in denaro senza corrispettivo. Punto di emersione di una filantropia sensibile all’impatto sociale del dono, il crowdfunding donativo via internet – in cui sul proprio sito o su apposita piattaforma il fundraiser sollecita gli interessati a contribuire a un obiettivo dichiarato, ponendo un target della raccolta come livello minimo da raggiungere entro un tempo prestabilito – dà nuova linfa allo spirito di liberalità umano e consente a chiunque di essere un micro-filantropo diffuso e seriale. Al tempo stesso, esso si pone in linea di continuità con il modello oblativo già consolidato dall’esperienza e tipizzato nel codice civile con riguardo alle raccolte fondi promosse da comitati. È entro questa dialettica tra novità e tradizione che il volume cerca di decifrare il tema, chiedendosi se la diversa natura giuridica del raccoglitore (comitato, associazione, fondazione, società o persona fisica), del progetto perseguito (altruistico o meno) e del mezzo di comunicazione adoperato (internet o altri mass media) influisca sulle sue coordinate giuridiche. Nel raccordare il tema con il sistema delle liberalità, il lavoro intende dare soluzione a più specifici problemi, anzitutto quello del vincolo di scopo gravante sui fondi raccolti. Per farlo, grande attenzione è riposta nel tentativo di mettere a punto la linea di confine tra donare vincolando a uno scopo, tramite modo o condizione, e dare a qualcuno per donare ad altri, tramite fiducia o mandato. Da questo punto di vista, la ricerca si indirizza a ritenere che, a dispetto della tendenza del web a non differenziare a seconda della qualifica soggettiva di chi raccoglie fondi, il vincolo di scopo si atteggi diversamente a seconda che il fundraiser sia un ente, come tale dotato di un patrimonio di destinazione al quale i fondi raccolti si uniscono, oppure una persona fisica. Rispetto all’ente stesso, peraltro, ad una soluzione unitaria è preferita quella che – malgrado la ritenuta neutralità delle forme giuridiche degli enti – distingua a seconda del tipo sotto cui l’ente opera. Rispetto alla persona fisica, d’altronde, l’applicazione dello schema della donazione modale incontra il limite sistematico per cui non può darsi un modo che imponga l’integrale devoluzione a terzi di quanto donato: di qui l’esigenza di ammettere che vi siano anche raccolte fondi in cui, tecnicamente, non c’è un vincolo di scopo e nelle quali, allora, la realizzazione dell’obiettivo corrisponde a un incentivo legato alla reputazione del fundraiser sul web. Le questioni classiche della civilistica si intersecano, poi, con quelle poste dalla società digitale, come la massificazione dei rapporti contrattuali, i rimedi contro la decettività della comunicazione on-line e il ruolo giocato dalle piattaforme digitali di crowdfunding, specializzate nell’intermediazione tra raccoglitori e contributori.
AB - [Ita:]Le raccolte fondi oblative, o pubbliche sottoscrizioni, costituiscono un fenomeno antico – come dimostrano collette laiche e questue religiose praticate da secoli – eppure poco indagato sul piano giuridico, a dispetto della sua crescente diffusione, ancora maggiore in epoca di pandemia. Tradizionalmente organizzate dai comitati e da enti non lucrativi, nell’attuale società digitale possono essere lanciate da chiunque, anche persona fisica, per scopi altruistici o meno, complice la facilità con la quale il web consente di divulgare un progetto chiedendo al pubblico di sostenerlo con offerte in denaro senza corrispettivo. Punto di emersione di una filantropia sensibile all’impatto sociale del dono, il crowdfunding donativo via internet – in cui sul proprio sito o su apposita piattaforma il fundraiser sollecita gli interessati a contribuire a un obiettivo dichiarato, ponendo un target della raccolta come livello minimo da raggiungere entro un tempo prestabilito – dà nuova linfa allo spirito di liberalità umano e consente a chiunque di essere un micro-filantropo diffuso e seriale. Al tempo stesso, esso si pone in linea di continuità con il modello oblativo già consolidato dall’esperienza e tipizzato nel codice civile con riguardo alle raccolte fondi promosse da comitati. È entro questa dialettica tra novità e tradizione che il volume cerca di decifrare il tema, chiedendosi se la diversa natura giuridica del raccoglitore (comitato, associazione, fondazione, società o persona fisica), del progetto perseguito (altruistico o meno) e del mezzo di comunicazione adoperato (internet o altri mass media) influisca sulle sue coordinate giuridiche. Nel raccordare il tema con il sistema delle liberalità, il lavoro intende dare soluzione a più specifici problemi, anzitutto quello del vincolo di scopo gravante sui fondi raccolti. Per farlo, grande attenzione è riposta nel tentativo di mettere a punto la linea di confine tra donare vincolando a uno scopo, tramite modo o condizione, e dare a qualcuno per donare ad altri, tramite fiducia o mandato. Da questo punto di vista, la ricerca si indirizza a ritenere che, a dispetto della tendenza del web a non differenziare a seconda della qualifica soggettiva di chi raccoglie fondi, il vincolo di scopo si atteggi diversamente a seconda che il fundraiser sia un ente, come tale dotato di un patrimonio di destinazione al quale i fondi raccolti si uniscono, oppure una persona fisica. Rispetto all’ente stesso, peraltro, ad una soluzione unitaria è preferita quella che – malgrado la ritenuta neutralità delle forme giuridiche degli enti – distingua a seconda del tipo sotto cui l’ente opera. Rispetto alla persona fisica, d’altronde, l’applicazione dello schema della donazione modale incontra il limite sistematico per cui non può darsi un modo che imponga l’integrale devoluzione a terzi di quanto donato: di qui l’esigenza di ammettere che vi siano anche raccolte fondi in cui, tecnicamente, non c’è un vincolo di scopo e nelle quali, allora, la realizzazione dell’obiettivo corrisponde a un incentivo legato alla reputazione del fundraiser sul web. Le questioni classiche della civilistica si intersecano, poi, con quelle poste dalla società digitale, come la massificazione dei rapporti contrattuali, i rimedi contro la decettività della comunicazione on-line e il ruolo giocato dalle piattaforme digitali di crowdfunding, specializzate nell’intermediazione tra raccoglitori e contributori.
KW - association
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KW - pubblica sottoscrizione
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UR - http://hdl.handle.net/10807/168953
M3 - Book
SN - 9788828828655
T3 - Dipartimento di Scienze giuridiche sede di Piacenza
BT - Donation-based crowdfunding, raccolte fondi oblative e donazioni "di scopo"
PB - Giuffrè Francis Lefebvre spa
ER -