Abstract
[Ita:]Seguire il lavoro di Roberto Bin mi ha sempre aiutato ad aprire la mente: a idee e autori (per me) nuovi; a problemi talora tanto avvolgenti, da essere difficili da afferrare, senza un aiuto teorico iniziale; a soluzioni, o anche solo strumenti per ragionare, sempre costruttivi, pure quando esposti in modo icastico, spiazzante, provocatorio. Tra le idee con le quali, così, sono venuto a contatto, ce ne sono un paio tipiche di un certo indirizzo statunitense, portato avanti in anni recenti soprattutto da Cass R. Sunstein. Si tratta degli accordi non completamente teorizzati (incompletely theorized agreements) e del minimalismo come stile e atteggiamento opportuno per il giudice costituzionale. Il primo concetto è una premessa del secondo. Insieme, suggeriscono una concezione della Costituzione e del ruolo che spetta al giudice nell’applicazione di essa. Ruolo che dovrebbe essere contraddistinto da prudenza e modestia («discrezione», nel senso in cui la parola è usata qui nel titolo) tanto maggiori, quanto più ampia è la discrezionalità del giudice medesimo («discrezione», nel senso in cui la parola è usata nel titolo di un volume del Nostro). Mentre risalivo alle fonti di questi concetti (§ 3), ho continuato a studiarli attraverso le pagine di Roberto (§ 2). Sono arrivato a chiedermi se si possa proseguire verso ricerche più strutturate su questi temi (§ 4).
Titolo tradotto del contributo | [Autom. eng. transl.] Discretion and discretion of the judge. Towards a Study of Minimalism in Constitutional Justice |
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Lingua originale | Italian |
Titolo della pubblicazione ospite | Scritti per Roberto Bin |
Editor | c Bergonzini, A Cossiri, G Di Cosimo, A Guazzarotti, C Mainardis |
Pagine | 524-535 |
Numero di pagine | 12 |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2019 |
Keywords
- Giustizia costituzionale
- Minimalismo