Abstract
[Ita:]Nel saggio l’Autore ritorna sul tema del danno all’ambiente in occasione del recente intervento legislativo (l. 6 agosto 2013, n. 97) che, in risposta a una procedura d’infrazione avviata dalla Commissione europea nei confronti dell’Italia, ne ha riformulato la disciplina.
Vi si constata come la Commissione abbia per un verso – sotto il profilo dei criteri d’imputazione della responsabilità ambientale – male inteso la normativa italiana previgente; per altro verso – nell’imporre l’eliminazione di ogni riferimento al risarcimento “per equivalente” – privato di ogni autonomia l’ordinamento nazionale, interpretando ed applicando la direttiva europea sulla responsabilità ambientale alla stregua di un regolamento.
Al di là degli adeguamenti che ne sono scaturiti, la disciplina resta immutata, ed è perciò ancora affetta dall’indebita commistione di un modello privatistico (quale quello dell’azione risarcitoria esercitabile dal Ministero dell’Ambiente) con un modello pubblicistico (rappresentato dall’ordinanza ministeriale che, in alternativa all’azione risarcitoria, può ingiungere il ripristino “a titolo di risarcimento in forma specifica”).
Questa non risolta duplicità, unitamente al venir meno del risarcimento per equivalente in seguito alla procedura d’infrazione, sollecita l’osservazione per cui, con riferimento alla materia ambientale, non possa in realtà parlarsi, come invece fa la Corte europea di Giustizia, di un modello riducibile alla responsabilità “civile”.
Titolo tradotto del contributo | [Autom. eng. transl.] They damage the environment revisited |
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Lingua originale | Italian |
pagine (da-a) | 1025-1048 |
Numero di pagine | 24 |
Rivista | VITA NOTARILE |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2013 |
Keywords
- civil liability
- damages
- environmental liability
- precautionary principle
- principio di precauzione
- responsabilità ambientale
- responsabilità civile
- risarcimento del danno