Abstract
[Ita:]Le industrie culturali e creative rientrano tra i settori che hanno mag- giormente risentito dell’influenza dei nuovi paradigmi sociali introdotti dalla globalizzazione, come, ad esempio, la società multiculturale. Negli ultimi decenni, le istituzioni locali, gli enti pubblici e privati, i luoghi della cultura hanno dovuto ripensare il proprio posizionamento strategico, tenen- do conto della crescente presenza di consumatori di altre lingue e culture e rinnovando le proprie politiche di marketing in chiave interculturale.
La partecipazione ad attività artistico-culturali, infatti, è stata ritenuta per molti anni una prerogativa delle classi sociali più alte e, specificata- mente, della popolazione nativa di un determinato luogo. In quest’ottica, si riteneva che le minoranze etniche avessero meno probabilità di partecipare ad attività artistiche e culturali rispetto alle loro controparti di maggio- ranza (Chan, Goldthorpe, 2007). La variabile economica giocava un ruolo chiave in queste teorie: le minoranze etniche, infatti, erano associate a una posizione economica inferiore rispetto ai nativi (Buraimo et al., 2011), che ne comportava l’esclusione dalle attività culturali cosiddette alte (museo, teatro, ecc.).
Titolo tradotto del contributo | [Autom. eng. transl.] High culture or low culture? A survey on the cultural consumption of immigrants in Italy |
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Lingua originale | Italian |
Titolo della pubblicazione ospite | Immigrati e consumi in Italia. I consumi come fattore di integrazione e acculturation |
Editor | R. & Cantù, C. Fiocca |
Pagine | 154-168 |
Numero di pagine | 15 |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2021 |
Keywords
- cultural marketing