Abstract
[Ita:]L’articolo intende mettere a fuoco l’evoluzione dei paradigmi geografici che si sono succeduti nella modernità letteraria, utilizzando come filtro le riscritture della materia cavalleresca. In primo luogo viene analizzato il passaggio dall’idea sovranazionale di Cristianità a quella di Europa, che prende piede anche a livello politico nel periodo tra la Riforma e l’Illuminismo, quando si arriva alla creazione di una classe di letterati pienamente laici. Un fenomeno che emerge con evidenza nelle Confessioni d’un italiano, dove la fondazione dell’Italia è subordinata al superamento dell’immaginario religioso-feudale consolidato da secoli, che aveva eletto poemi come il Furioso e la Liberata a manifesti ideologici dell’ancien régime. L’impostazione nazionalistica di Nievo si rivela però superata nel Novecento, quando la globalizzazione genera, da un lato, il cosmopolitismo di Calvino, dall’altro le operazioni restaurative e nostalgiche di autori come Celati, Bufalino e Pederiali: che culturalmente, linguisticamente e antropologicamente non si riconoscono più nella grande patria dell’Italia, ma nella piccola patria dove mettono radici, intesa come l’unico argine da opporre a un mondo sempre più anonimo e omologato.
Titolo tradotto del contributo | [Autom. eng. transl.] Christianity, Europe and small homelands. Chivalrous geographies in literary modernity |
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Lingua originale | Italian |
pagine (da-a) | 224-249 |
Numero di pagine | 26 |
Rivista | STUDIUM |
Volume | 116 |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2020 |
Keywords
- Chivalric Literature
- Christianity
- Contemporary italian literature
- Cristianità
- Europa
- Europe
- Gesualdo Bufalino
- Gianni Celati
- Giuseppe Pederiali
- Globalization
- Globalizzazione
- Ippolito Nievo
- Italo Calvino
- Letteratura cavalleresca
- Letteratura italiana contemporanea
- Nineteenth Century
- Novecento
- Ottocento
- Twentieth Century