Abstract
[Ita:]Il saggio ricostruisce le ragioni e il contesto culturale e sociale entro i quali si determinò la nascita del Movimento Cristiano Lavoratori (MCL) come “sofferta e responsabile” diversificazione dalle Acli, la cui evoluzione ideale e ideologica negli anni Sessanta determinò una deriva politica che mise in discussione la natura stessa delle Associazioni Cristiane dei Lavoratori e del loro rapporto con la gerarchia. La ricerca prende dunque le mosse dall’analisi del retroterra ideale delle Acli per cogliere la portata della nuova proposta di Livio Labor, nonché dell’affermazione radicale delle prospettive contestatrici degli assetti politico-economico-sociali assunte soprattutto dal movimento giovanile, per considerare quindi le ragioni della differenziazione e poi della scissione dei gruppi che dettero vita alla nuova realtà associativa volta all'azione formativa prepolitica e presindacale del Movimento Cristiano Lavoratori. La sua storia associativa, la sua evoluzione politico-ideologica e i suoi rapporti internazionali sono quindi analizzati dalla fondazione (1972) agli anni Ottanta, nel quadro dei riferimenti costituiti dalle nuove culture giovanili e dal magistero, nonché dalle prese di posizione delle gerarchie ecclesiastiche.
Titolo tradotto del contributo | [Autom. eng. transl.] «History builders»: the origins of the «painful and responsible diversification» of the Christian Workers Movement |
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Lingua originale | Italian |
Titolo della pubblicazione ospite | Nel mondo perchè cristiani. I quarant'anni del Movimento Cristiano Lavoratori |
Editor | Evandro Botto |
Pagine | 17-96 |
Numero di pagine | 80 |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2012 |
Keywords
- Acli
- Catholic dissent
- Catholic social movement
- Christian social movement
- Giovanni Bersani
- Livio Labor
- Livo Labor
- Lucio Toth
- Movimento Cristiano Lavoratori
- Social Doctrine of the Church
- contestazione giovanile
- dissenso cattolico
- dottrina sociale della Chiesa
- movimento sociale cattolico
- movimento sociale cristiano
- youth protest