Corpo, volontà, persona. Gemelli, l'educazione fisica e lo sport

[Ita:]Partendo dal riconoscimento dello sport come strumento pedagogico da parte del cattolicesimo più moderno, il saggio, tenendo conto delle posizioni prudenti della gerarchia e della Santa Sede al riguardo, considera lo sviluppo delle attività sportive cattoliche in età fascista e i contrasti con la visione totalitaria del regime, individuando le peculiarità del pensiero di padre Gemelli relativamente all’utilità delle attività ludico-fisico-agonistiche nel quadro dell’educazione cristiana, il cui soggetto era “l'uomo tutto quanto, spirito congiunto al corpo in unità di natura in tutte le sue facoltà, naturali e soprannaturali”, al quale doveva rivolgersi una prassi formativa che, invece di rinunciare “alle opere della vita terrena” o diminuire le “facoltà naturali”, le perfezionasse coordinandole alla vita soprannaturale, facendo sì che tutti i fattori della personalità umana («fisici, biologici e psichici») cooperassero al raggiungimento del fine ultraterreno della vita anche grazie al disciplinamento che l’attività fisica poteva indurre nel carattere e nella volontà.