Ben fare и спасение. Несколько размышлений

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Abstract

[Ita:]Il contributo ripercorre le occorrenze della nozione di «ben far» all’interno della Commedia, mettendone a fuoco il significato etico sul piano, in particolare, dell’agire civile e politico, e il valore in ordine alla salvezza personale. Il «ben far» dei fiorentini di cui Dante chiede notizia a Ciacco nella controversa sequenza del sesto canto dell’Inferno (vv. 77-84), così come quello dello stesso Dante, esercitato anche attraverso l’opera poetica, secondo la prospettiva municipale e tutta terrena di Brunetto Latini, nel XV, sono insufficienti alla salvezza. Attraverso le tappe dell’incontro con gli accidiosi in Pg XVIII, con Stazio in Pg XXII e delle terzine dedicate a Romeo di Villanova in Pd VI 127-132, si rende evidente che il «ben far» conduce alla salvezza se orientato al vero Bene, compimento e ragione ultima anche dello stesso impegno politico inteso come cooperazione al piano provvidenziale di Dio per la felicità terrena ed eterna dell’uomo.
Lingua originaleRussian
pagine (da-a)149-162
Numero di pagine14
RivistaVÌSNIK HARKÌVSʹKOGO NACÌONALʹNOGO UNÌVERSITETU ÌMENÌ V.N. KARAZÌNA. SERIÂ TEORÌÂ KULʹTURI TA FÌLOSOFÌÌ NAUKI
Volume55
Stato di pubblicazionePubblicato - 2016

Keywords

  • Dante
  • Divina Commedia

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