Abstract
“… No one shall be held in slavery or
servitude: slavery and the slave trade
shall be prohibited in all their forms“1.
Secondo la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo
nessun essere umano dovrà subire alcun tipo di
schiavitù e tale condizione dovrà essere proibita in tutte le sue forme. Le Nazioni Unite e l’Unesco hanno celebrato l’anniversario dell’abolizione della schiavitù nell’agosto del 2004, e recentemente l’ex Presidente Clinton
e il Primo Ministro Blair si sono pubblicamente scusati per il ruolo svolto dai loro rispettivi paesi nella tratta degli schiavi verso le Americhe. Nel dicembre 2006 il Governatore
Generale del Canada, Michaelle Jean, ha reso omaggio alle vittime della tratta degli schiavi visitando uno dei quaranta fortini eretti lungo la costa ghanese dagli schiavisti due secoli
fa. Jean, cittadina canadese di origini afro-haitiane, ha pregato per coloro che, partiti dai porti del ‘non ritorno’, sono periti in mare durante la traversata dell’Oceano Atlantico. “Il
tragico episodio della schiavitù dovrebbe esserci di lezione” ha dichiarato il Governatore canadese, che si è detto “ottimista” per il buon esito della lotta contro la discriminazione. Tutti segnali forti, questi, e certamente
positivi.
Titolo tradotto del contributo | [Autom. eng. transl.] Still in Chains. Contemporary slavery in Africa |
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Lingua originale | Italian |
pagine (da-a) | 99-112 |
Numero di pagine | 14 |
Rivista | QUADERNI ASIATICI |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2006 |
Keywords
- Africa
- Slavery