Abstract
[Ita:]Si parla sempre più spesso, anche nei media, vecchi e nuovi, di ‘fake news’ e di ‘era della postverità’. Sono i segnali di un profondo disagio rispetto a un fenomeno tanto vasto ed espansivo, quanto complesso e difficile da inquadrare nelle categorie di pensiero tradizionali. Il riflesso condizionato della nostra ‘società del rischio’ (e della paura) è di fronteggiare l’indominabilità e la complessità con il più arcaico e grossolano degli strumenti di controllo, illusoria promessa di semplificazione: la giustizia penale. Tanto più nei confronti di quella che viene avvertita come una minaccia, inafferrabile e ubiqua, alla convivenza sociale. È innegabile infatti che la manipolazione della verità attraverso (in particolare) i nuovi media e internet, oltre a minare alle fondamenta il sistema democratico (che si regge su una ragionevole fiducia nell’idea di verità), vada a colpire beni giuridici di rango elevatissimo e tradizionalmente presidiati dallo scudo del diritto penale: dalla reputazione e riservatezza delle persone alla salute individuale e collettiva, dall’ordine pubblico alla regolarità delle procedure elettorali, ecc. Tanto più, allora, il giurista è chiamato a interrogarsi sulle reali possibilità del diritto penale, nelle condizioni attuali, di apprestare la (invocata) barriera pratica e culturale alla degenerazione delle relazioni sociali e politiche collegata a tali fenomeni. Muovendo da una nota definizione di ‘crimine’ – quella c.d. ‘statistica’ di Leslie Wilkins – e dagli strumenti dell’analisi criminologica, si esamineranno, con un’indagine multilivello, alcuni dei complessi fattori che generano e potenziano i comportamenti mendaci, aggressivi, irrazionali e/o manipolatori così diffusi nell’universo della rete. Solo penetrando l’intreccio di componenti individuali, situazionali e sistemiche, infatti, sembra possibile ricostruire un attendibile quadro eziologico strutturale, la cui conoscenza è indispensabile a una politica criminale (in senso ampio) capace di interventi realmente preventivi. La leva principale di tali interventi dovrebbe agire la sulla dimensione organizzativa (attraverso un’oculata regolamentazione delle big data companies) e sistemica (attraverso investimenti di tipo prima di tutto culturale) del problema, dalle quali dipende l’integrità di quei fondamentali ‘diritti aletici’ del singolo e della collettività, indispensabili alla sopravvivenza degli ordinamenti democratici.
Titolo tradotto del contributo | [Autom. eng. transl.] Some criminological and political-criminal considerations on the so-called fake news |
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Lingua originale | Italian |
pagine (da-a) | 43-71 |
Numero di pagine | 29 |
Rivista | JUS |
Volume | 2020 |
DOI | |
Stato di pubblicazione | Pubblicato - 2020 |
Keywords
- criminal law
- criminal policy
- diritto penale
- disinformation and misinformation
- disinformazione e misinformazione
- fake news
- fattori eziologici
- origins and causes
- politica criminale
- prevention
- prevenzione
- psicologia sociale
- social psychology