TY - JOUR
T1 - [Structural and environmental hygiene of buildings for pre-school and mandatory education, in Italy]
AU - Moscato, Umberto
PY - 2012
Y1 - 2012
N2 - [Ita:]L’esposizione a potenziali fonti di rischio per patologie multifattoriali, tra cui le respiratorie e le allergiche, la cui evoluzione è di tipo generalmente cronico-degenerativo, è tanto più grave quanto maggiore è la suscettibilità e l’”immaturità” dei sistemi di difesa attiva e passiva degli organismi esposti. In tale ottica, l’esposizione nella scuola dell’obbligo di bambini in età infantile e/o adolescenziale ad inquinanti chimici, fisici e biologici risulta essere uno dei maggiori responsabili delle patologie cronico-degenerative che potenzialmente potranno svilupparsi lungo la vita dell’individuo, anche in tarda età. Poiché la maggior parte delle attività scolastiche si svolgono in ambienti chiusi per circa il 92.5% del tempo giornaliero, grande importanza è rappresentata dalla qualità dell’aria “indoor” , influenzata da fattori diversi ed, appunto, molteplici: la qualità dell’aria esterna, la configurazione strutturale dell’edificio, la presenza di fonti di inquinamento interne, le attività che si svolgono nei diversi ambienti (ad esempio attività di laboratorio od artistiche, ecc..), le fonti di emissione specifiche (ad esempio colle usate per mobili o vernici, ovvero le emissioni da stampanti, fotocopiatrici, ecc…). Nessuno, ancora oggi conosce esattamente l’estensione del problema, stimandosi globalmente che il 10-30% dei nuovi edifici scolastici nel mondo occidentale ed industrializzato soffra di qualche problema (OMS, 2010), ad esempio: il tasso di ventilazione e ricambi d’aria è basso (circa 0.5 ricambi aria/ora su medie nazionali); la temperatura dell’aria interna è generalmente aumentata di circa 1.3°C negli ultimi dieci anni (si considerino le conseguenze sull’Effetto Serra); è stato riscontrato un aumento medio del 22.6% di allergie correlabili ad allergeni da interno; campioni di popolazione, in differenti studi e nazioni, indicano un livello medio di circa il 28-36% di studenti/docenti che definiscono non confortevole l’ambiente scolastico.
Per iniziare a comprendere al meglio le implicazioni igienico-sanitarie che l’edilizia e l’ambiente possono avere nell’ambito scolastico, bisognerebbe considerare che in passato i materiali utilizzati per l’edilizia civile, così come quella scolastica, erano pochi e di essi si aveva una lunga esperienza, così che sebbene non fossero tecnologicamente avanzati, tanto che i problemi erano legati al mantenimento della temperatura ambientale e del grado di umidità relativa ottimale, ma anche alla fornitura di acqua ed ai rifiuti che ne derivavano, i suddetti materiali avevano come tali uno scarso impatto sulle persone da un punto di vista chimico e fisico. Nel presente, altresì, i nuovi materiali, proprio perché tecnologicamente avanzati, pur rispondendo ai bisogni che i vecchi materiali non riuscivano a sostenere quanto ad abitabilità degli edifici, sono spesso sintetici ed insufficientemente sperimentati dal punto di vista di impatto sulla persona e sull’ambiente, evidenziando, insieme alle scelte progettuali e costruttive, problemi negli edifici legati alle molteplici sostanze, non conosciute e/o sperimentate, utilizzate/od all’incorretto utilizzo di esse.
Nel mondo occidentale, e specialmente in Italia, per altro, a partire dagli anni ’50 od, ancor meglio, ’60, si è iniziato ad osservare fenomeni di crescita demografica e sviluppo industriale ed urbano in tempi rapidi, in funzione della ripresa economica successiva agli eventi bellici della II Guerra Mondiale. L’impulso edilizio fu così rapido e “caotico”, che le vecchie tecnologie e strutture edilizie non erano più sufficienti a soddisfare i bisogni della popolazione nell’ambito dell’istruzione così che il patrimonio scolastico divenne repentinamente obsoleto e vetusto, e necessitante di sollecite implementazioni. Ciò anche in forza delle nuove esigenze energetiche che si svilupperanno negli anni ’70 (crisi energetica, ne
AB - [Ita:]L’esposizione a potenziali fonti di rischio per patologie multifattoriali, tra cui le respiratorie e le allergiche, la cui evoluzione è di tipo generalmente cronico-degenerativo, è tanto più grave quanto maggiore è la suscettibilità e l’”immaturità” dei sistemi di difesa attiva e passiva degli organismi esposti. In tale ottica, l’esposizione nella scuola dell’obbligo di bambini in età infantile e/o adolescenziale ad inquinanti chimici, fisici e biologici risulta essere uno dei maggiori responsabili delle patologie cronico-degenerative che potenzialmente potranno svilupparsi lungo la vita dell’individuo, anche in tarda età. Poiché la maggior parte delle attività scolastiche si svolgono in ambienti chiusi per circa il 92.5% del tempo giornaliero, grande importanza è rappresentata dalla qualità dell’aria “indoor” , influenzata da fattori diversi ed, appunto, molteplici: la qualità dell’aria esterna, la configurazione strutturale dell’edificio, la presenza di fonti di inquinamento interne, le attività che si svolgono nei diversi ambienti (ad esempio attività di laboratorio od artistiche, ecc..), le fonti di emissione specifiche (ad esempio colle usate per mobili o vernici, ovvero le emissioni da stampanti, fotocopiatrici, ecc…). Nessuno, ancora oggi conosce esattamente l’estensione del problema, stimandosi globalmente che il 10-30% dei nuovi edifici scolastici nel mondo occidentale ed industrializzato soffra di qualche problema (OMS, 2010), ad esempio: il tasso di ventilazione e ricambi d’aria è basso (circa 0.5 ricambi aria/ora su medie nazionali); la temperatura dell’aria interna è generalmente aumentata di circa 1.3°C negli ultimi dieci anni (si considerino le conseguenze sull’Effetto Serra); è stato riscontrato un aumento medio del 22.6% di allergie correlabili ad allergeni da interno; campioni di popolazione, in differenti studi e nazioni, indicano un livello medio di circa il 28-36% di studenti/docenti che definiscono non confortevole l’ambiente scolastico.
Per iniziare a comprendere al meglio le implicazioni igienico-sanitarie che l’edilizia e l’ambiente possono avere nell’ambito scolastico, bisognerebbe considerare che in passato i materiali utilizzati per l’edilizia civile, così come quella scolastica, erano pochi e di essi si aveva una lunga esperienza, così che sebbene non fossero tecnologicamente avanzati, tanto che i problemi erano legati al mantenimento della temperatura ambientale e del grado di umidità relativa ottimale, ma anche alla fornitura di acqua ed ai rifiuti che ne derivavano, i suddetti materiali avevano come tali uno scarso impatto sulle persone da un punto di vista chimico e fisico. Nel presente, altresì, i nuovi materiali, proprio perché tecnologicamente avanzati, pur rispondendo ai bisogni che i vecchi materiali non riuscivano a sostenere quanto ad abitabilità degli edifici, sono spesso sintetici ed insufficientemente sperimentati dal punto di vista di impatto sulla persona e sull’ambiente, evidenziando, insieme alle scelte progettuali e costruttive, problemi negli edifici legati alle molteplici sostanze, non conosciute e/o sperimentate, utilizzate/od all’incorretto utilizzo di esse.
Nel mondo occidentale, e specialmente in Italia, per altro, a partire dagli anni ’50 od, ancor meglio, ’60, si è iniziato ad osservare fenomeni di crescita demografica e sviluppo industriale ed urbano in tempi rapidi, in funzione della ripresa economica successiva agli eventi bellici della II Guerra Mondiale. L’impulso edilizio fu così rapido e “caotico”, che le vecchie tecnologie e strutture edilizie non erano più sufficienti a soddisfare i bisogni della popolazione nell’ambito dell’istruzione così che il patrimonio scolastico divenne repentinamente obsoleto e vetusto, e necessitante di sollecite implementazioni. Ciò anche in forza delle nuove esigenze energetiche che si svilupperanno negli anni ’70 (crisi energetica, ne
KW - Adolescent
KW - Air Pollutants
KW - Air Pollution, Indoor
KW - Child
KW - Child, Preschool
KW - Environmental Exposure
KW - Facility Design and Construction
KW - Humans
KW - Hygiene
KW - Infant
KW - Italy
KW - Respiratory Hypersensitivity
KW - Schools
KW - Adolescent
KW - Air Pollutants
KW - Air Pollution, Indoor
KW - Child
KW - Child, Preschool
KW - Environmental Exposure
KW - Facility Design and Construction
KW - Humans
KW - Hygiene
KW - Infant
KW - Italy
KW - Respiratory Hypersensitivity
KW - Schools
UR - http://hdl.handle.net/10807/62974
M3 - Articolo in rivista
SN - 0019-1639
VL - 68
SP - 115
EP - 119
JO - Igiene e Sanita Pubblica
JF - Igiene e Sanita Pubblica
ER -