TY - JOUR
T1 - Lavorare con la cultura a Milano: una scomessa al femminile
AU - Lunghi, Carla
PY - 2005
Y1 - 2005
N2 - [Ita:]L’articolo esamina due orizzonti teorici della sociologia urbana particolarmente significativi: la relazione città/cultura e il rapporto città/genere.
Si deve alla critica femminista la rilevazione e la denuncia della dicotomizzazione sessuale degli ambiti urbani, emblematicamente rappresentata dall’organizzazione spaziale della città industriale (produzione come luogo maschile vs. riproduzione come spazio femminile).
La scommessa, cui si accenna nel titolo, è relativa alla possibilità che tale frattura possa essere superata attraverso la scelta di un’attività lavorativa in cui lo spazio infradomestico sia il riflesso di quello domestico.
Nello specifico vengono analizzate due esperienze di ricerca sull’imprenditoria culturale femminile a Milano in cui le protagoniste costituiscono degli esempi interessanti di donne autonome non tanto (o non solo) perché indipendenti dal mondo maschile quanto perché si sono affacciate sullo spazio pubblico portando il loro spazio privato. Inoltre in queste dinamiche di riappropriazione di sé e degli spazi della propria vita, in cui il privato diviene un punto di forza - culturale ed economica al tempo stesso – nell’arena pubblica, si annida un profondo bisogno di radicamento, un forte desiderio di sentirsi a casa. Ed è interessante notare come sia proprio la popolazione femminile a farsene carico in maniera peculiare.
Le donne, infatti, anche le più avvantaggiate, esperiscono forme di radicamento forzoso per l’esperienza della maternità. Diventare madri – ma anche accudire gli anziani, dedicarsi alla cura dei figli e del marito – costringe, in qualche modo, a fermarsi e a restare sul posto. Dalla costrizione fisica, però, a volte possono nascere anche nuove forme di attaccamento al territorio, più libere e spontanee. Nella prospettiva qui analizzata, quella delle piccole imprese culturali, il contesto milanese, con le sue particolari caratteristiche di apertura, di accoglienza e di disponibilità verso le nuove tendenze, sembra essere stato particolarmente propizio nel favorire tali forme di riappropriazione privata dello spazio pubblico.
AB - [Ita:]L’articolo esamina due orizzonti teorici della sociologia urbana particolarmente significativi: la relazione città/cultura e il rapporto città/genere.
Si deve alla critica femminista la rilevazione e la denuncia della dicotomizzazione sessuale degli ambiti urbani, emblematicamente rappresentata dall’organizzazione spaziale della città industriale (produzione come luogo maschile vs. riproduzione come spazio femminile).
La scommessa, cui si accenna nel titolo, è relativa alla possibilità che tale frattura possa essere superata attraverso la scelta di un’attività lavorativa in cui lo spazio infradomestico sia il riflesso di quello domestico.
Nello specifico vengono analizzate due esperienze di ricerca sull’imprenditoria culturale femminile a Milano in cui le protagoniste costituiscono degli esempi interessanti di donne autonome non tanto (o non solo) perché indipendenti dal mondo maschile quanto perché si sono affacciate sullo spazio pubblico portando il loro spazio privato. Inoltre in queste dinamiche di riappropriazione di sé e degli spazi della propria vita, in cui il privato diviene un punto di forza - culturale ed economica al tempo stesso – nell’arena pubblica, si annida un profondo bisogno di radicamento, un forte desiderio di sentirsi a casa. Ed è interessante notare come sia proprio la popolazione femminile a farsene carico in maniera peculiare.
Le donne, infatti, anche le più avvantaggiate, esperiscono forme di radicamento forzoso per l’esperienza della maternità. Diventare madri – ma anche accudire gli anziani, dedicarsi alla cura dei figli e del marito – costringe, in qualche modo, a fermarsi e a restare sul posto. Dalla costrizione fisica, però, a volte possono nascere anche nuove forme di attaccamento al territorio, più libere e spontanee. Nella prospettiva qui analizzata, quella delle piccole imprese culturali, il contesto milanese, con le sue particolari caratteristiche di apertura, di accoglienza e di disponibilità verso le nuove tendenze, sembra essere stato particolarmente propizio nel favorire tali forme di riappropriazione privata dello spazio pubblico.
KW - culture
KW - donne
KW - enterpreneur
KW - imprenditoria culturale
KW - women
KW - culture
KW - donne
KW - enterpreneur
KW - imprenditoria culturale
KW - women
UR - http://hdl.handle.net/10807/24499
M3 - Articolo in rivista
SN - 0392-4939
VL - 2006
SP - 90
EP - 115
JO - Sociologia Urbana e Rurale
JF - Sociologia Urbana e Rurale
ER -