TY - BOOK
T1 - Lana, linum, purpura, versicoloria.
I legati «tessili» fra diritto romano e archeologia.
AU - Scotti, Francesca Silvia
PY - 2020
Y1 - 2020
N2 - [Ita:]La ricerca condotta nella presente monografia, avente per oggetto i testi della giurisprudenza romana inerenti ai legati di fibre tessili, ha richiesto l’esame approfondito dei procedimenti di lavorazione di tali materiali diffusi nel mondo antico, nonché dell’evoluzione che tali procedimenti hanno conosciuto nel corso della storia di Roma sul piano tecnologico, sociale ed economico. È pertanto risultata evidente la necessità del ricorso al metodo interdisciplinare ogni qual volta si procedesse all’esegesi di frammenti le cui problematiche giuridiche, strettamente legate ad ambiti di carattere tecnico-specialistico, presupponessero la conoscenza dei rispettivi contesti materiali.
Questo approccio ha consentito di trarre una serie di conclusioni sui passi oggetto di indagine basate appunto su un’attenta ricostruzione, per quanto ipotetica per molti aspetti, del contesto materiale, sociale ed economico. Ma tale analisi non ha potuto prescindere, soprattutto riguardo alla fonte principale oggetto di questo studio, il fr. 70 D. 32 Ulp. 22 ad Sab., dalle felici suggestioni avanzate da Mommsen sulla disposizione interna dei paragrafi, grazie alle quali è stato possibile riportare ordine e coerenza logica nel lungo frammento. E la grandezza dello studioso è amplificata dal fatto che questi, all’epoca in cui formulò tali congetture, non poteva contare né sull’apparato di studi antichistici innovativi e aggiornati, né sulla messe di risultanze archeologiche di cui si dispone attualmente.
Attraverso il confronto con la realtà materiale oggetto dei testi giurisprudenziali – in particolare della casistica in tema di legati inclusivi di lana, linum, versicoloria e purpura, oltre che di greggi e ancillae lanificae nei fondi rustici – la ricerca ha potuto confermare la fondatezza di molte ricostruzioni archeologiche, o antichistiche in genere, sullo sviluppo della lavorazione della lana in alcune fasi della storia romana (soprattutto in età tardo-repubblicana e imperiale). Si è dunque riscontrata una sorta di collegamento tra i contenuti dei frammenti della giurisprudenza romana e i dati ricavabili dalle fonti letterarie, dalle scoperte archeologiche, dalle attestazioni epigrafiche e iconografiche.
Ciò costituisce già di per sé un risultato degno di rilievo perché mostra, da una parte, come i giuristi fossero ampiamente documentati sui problemi della vita e del lavoro quotidiano, domestico o artigianale, della loro epoca, da cui traevano spunti di riflessione per l’avanzamento del diritto, dall’altra, come anche le nostre fonti, pur nel loro tecnicismo, possano informare noi stessi e tutti i cultori delle discipline antichistiche circa le tecnologie adottate dai Romani in questo particolare settore.
Si è inoltre notato come i casi concreti giurisprudenziali esaminati in questo studio facciano riferimento ad ambienti vari, urbani o rustici, appartenenti a ceti sociali elevati o a classi meno agiate, il che rivela, da una parte, la diffusione capillare in Roma antica delle pratiche connesse all’attività tessile, dall’altra l’interesse dei giureconsulti per questa realtà, in contesti cittadini o agricoli, altolocati o di medie condizioni.
AB - [Ita:]La ricerca condotta nella presente monografia, avente per oggetto i testi della giurisprudenza romana inerenti ai legati di fibre tessili, ha richiesto l’esame approfondito dei procedimenti di lavorazione di tali materiali diffusi nel mondo antico, nonché dell’evoluzione che tali procedimenti hanno conosciuto nel corso della storia di Roma sul piano tecnologico, sociale ed economico. È pertanto risultata evidente la necessità del ricorso al metodo interdisciplinare ogni qual volta si procedesse all’esegesi di frammenti le cui problematiche giuridiche, strettamente legate ad ambiti di carattere tecnico-specialistico, presupponessero la conoscenza dei rispettivi contesti materiali.
Questo approccio ha consentito di trarre una serie di conclusioni sui passi oggetto di indagine basate appunto su un’attenta ricostruzione, per quanto ipotetica per molti aspetti, del contesto materiale, sociale ed economico. Ma tale analisi non ha potuto prescindere, soprattutto riguardo alla fonte principale oggetto di questo studio, il fr. 70 D. 32 Ulp. 22 ad Sab., dalle felici suggestioni avanzate da Mommsen sulla disposizione interna dei paragrafi, grazie alle quali è stato possibile riportare ordine e coerenza logica nel lungo frammento. E la grandezza dello studioso è amplificata dal fatto che questi, all’epoca in cui formulò tali congetture, non poteva contare né sull’apparato di studi antichistici innovativi e aggiornati, né sulla messe di risultanze archeologiche di cui si dispone attualmente.
Attraverso il confronto con la realtà materiale oggetto dei testi giurisprudenziali – in particolare della casistica in tema di legati inclusivi di lana, linum, versicoloria e purpura, oltre che di greggi e ancillae lanificae nei fondi rustici – la ricerca ha potuto confermare la fondatezza di molte ricostruzioni archeologiche, o antichistiche in genere, sullo sviluppo della lavorazione della lana in alcune fasi della storia romana (soprattutto in età tardo-repubblicana e imperiale). Si è dunque riscontrata una sorta di collegamento tra i contenuti dei frammenti della giurisprudenza romana e i dati ricavabili dalle fonti letterarie, dalle scoperte archeologiche, dalle attestazioni epigrafiche e iconografiche.
Ciò costituisce già di per sé un risultato degno di rilievo perché mostra, da una parte, come i giuristi fossero ampiamente documentati sui problemi della vita e del lavoro quotidiano, domestico o artigianale, della loro epoca, da cui traevano spunti di riflessione per l’avanzamento del diritto, dall’altra, come anche le nostre fonti, pur nel loro tecnicismo, possano informare noi stessi e tutti i cultori delle discipline antichistiche circa le tecnologie adottate dai Romani in questo particolare settore.
Si è inoltre notato come i casi concreti giurisprudenziali esaminati in questo studio facciano riferimento ad ambienti vari, urbani o rustici, appartenenti a ceti sociali elevati o a classi meno agiate, il che rivela, da una parte, la diffusione capillare in Roma antica delle pratiche connesse all’attività tessile, dall’altra l’interesse dei giureconsulti per questa realtà, in contesti cittadini o agricoli, altolocati o di medie condizioni.
KW - flax, purple, head of household, matron, textile manufacture, spinning
KW - fuso, telaio, coloranti, Plinio, Columella, Varrone, Catone.
KW - legacy, gift out of the inheritance, warp-weighted vertical loom, two-beam vertical loom, dyeing, splindle, wool,
KW - testamento, legati, lana, lino, filati colorati, porpora
KW - flax, purple, head of household, matron, textile manufacture, spinning
KW - fuso, telaio, coloranti, Plinio, Columella, Varrone, Catone.
KW - legacy, gift out of the inheritance, warp-weighted vertical loom, two-beam vertical loom, dyeing, splindle, wool,
KW - testamento, legati, lana, lino, filati colorati, porpora
UR - http://hdl.handle.net/10807/161477
M3 - Book
SN - 978-88-243-2657-5
VL - 5
T3 - Università Cattolica del Sacro Cuore - Milano. Dipartimento Scienze Giuridiche. Monografie e studi
BT - Lana, linum, purpura, versicoloria.
I legati «tessili» fra diritto romano e archeologia.
PB - JOVENE
ER -