TY - CHAP
T1 - Introduzione. Estetica e povertà: una ricerca singolare
AU - Lunghi, Carla
AU - Trasforini, Maria Antonietta
PY - 2010
Y1 - 2010
N2 - [Ita:]L’insolita relazione fra estetica e povertà è al centro della ricerca presentata in questo volume. In tale inconsueta prospettiva, usando interviste, osservazioni etnografiche, foto, le autrici hanno esplorato il ruolo svolto da certi oggetti ‘belli’ nella vita quotidiana di un gruppo di persone che vivono in condizioni di indigenza. La coppia ‘estetica e povertà’ apparentemente provocatoria, è in realtà meno eccentrica di quanto appaia a prima vista, a condizione però di ridefinire i due termini della questione. La prima ri-definizione riguarda il termine estetica, da non intendere come una proprietà rara di certi oggetti ma come una modalità relazionale fra individui e cose, capace di raccontare come certi oggetti ritenuti belli ‘agiscano’ nella vita delle persone anche in contesti di povertà. L’altro presupposto è di considerare la povertà come una condizione mobile, costituita di continue negoziazioni fra uno stato di necessità e una - seppur limitata – possibilità di scelta. I tanti oggetti mostrati e fotografati e le molte storie ascoltate raccontano di un’estetica attiva e quotidiana, collocabile all’incrocio fra l’estetica dell’esistenza di Foucault e le pratiche del quotidiano di De Certeau, in cui certi oggetti, più di altri, diventano deposito di affetti e di memoria, strumenti di rappresentazione pubblica del sé, dispositivi di narrazione e di documentazione del passato fino a svolgere un’azione di consolazione e di contenimento psicologico.
AB - [Ita:]L’insolita relazione fra estetica e povertà è al centro della ricerca presentata in questo volume. In tale inconsueta prospettiva, usando interviste, osservazioni etnografiche, foto, le autrici hanno esplorato il ruolo svolto da certi oggetti ‘belli’ nella vita quotidiana di un gruppo di persone che vivono in condizioni di indigenza. La coppia ‘estetica e povertà’ apparentemente provocatoria, è in realtà meno eccentrica di quanto appaia a prima vista, a condizione però di ridefinire i due termini della questione. La prima ri-definizione riguarda il termine estetica, da non intendere come una proprietà rara di certi oggetti ma come una modalità relazionale fra individui e cose, capace di raccontare come certi oggetti ritenuti belli ‘agiscano’ nella vita delle persone anche in contesti di povertà. L’altro presupposto è di considerare la povertà come una condizione mobile, costituita di continue negoziazioni fra uno stato di necessità e una - seppur limitata – possibilità di scelta. I tanti oggetti mostrati e fotografati e le molte storie ascoltate raccontano di un’estetica attiva e quotidiana, collocabile all’incrocio fra l’estetica dell’esistenza di Foucault e le pratiche del quotidiano di De Certeau, in cui certi oggetti, più di altri, diventano deposito di affetti e di memoria, strumenti di rappresentazione pubblica del sé, dispositivi di narrazione e di documentazione del passato fino a svolgere un’azione di consolazione e di contenimento psicologico.
KW - Aesthetics
KW - Material culture
KW - Poverty
KW - consumi
KW - estetica
KW - povertà
KW - Aesthetics
KW - Material culture
KW - Poverty
KW - consumi
KW - estetica
KW - povertà
UR - http://hdl.handle.net/10807/27607
M3 - Prefazione / postfazione / breve introduzione
SN - 9788860364647
SP - 5
EP - 19
BT - La precarietà degli oggetti
A2 - LUNGHI, CARLA
A2 - Trasforini, Maria Antonietta
ER -