Il diritto penale dei limiti-soglia e la tutela dai pericoli nel settore alimentare: il caso della diossina.

Il saggio affronta il tema dei reati di pericolo astratto e del rapporto che lega tale categoria di illeciti alle fattispecie penali imperniate attorno al superamento di valori-soglia, determinati in via precauzionale dal legislatore. In particolare, affrontando il caso della tutela della genuinità delle sostanze alimentari dalla presenza di contaminanti chimici pericolosi per la salute (diossine), l'indagine illustra il procedimento seguito dalle Autorità amministrative deputate a regolamentare i livelli accettabili di prodotti chimici negli alimenti e segnala come esso - ispirandosi a condivisibili logiche precauzionali - applichi fattori di sicurezza che collocano la soglia di "tollerabilità" a livelli distanti anche diversi ordini di grandezza da quelli che comportano un'effettiva messa in pericolo del bene giuridico della salute. Pertanto, il saggio raccomanda - tanto al legislatore, quanto all'interprete - di non confondere piani di tutela tra loro ben distinti e a riservare la repressione penale esclusivamente alle condotte realmente offensive dell'integrità del bene giuridico. Attraverso il concetto di "pericolo reale", irinunciabile in un sistema penale che voglia mantenersi conforme al dettato costituzionale, la ricerca punta a individuare il corretto modo di interpretare le fattispecie che si richiamano allo schema del "pericolo astratto", le quali - lungi dal dar vita a inammissibili presunzioni di pericolosità - necessitano pur sempre di un adeguato riscontro processuale, che, pur essendo imperniato sul più agevole modello della "generale idoneità lesiva", dovrà pur sempre condurre all'accertamento dell'effettiva pericolosità della condotta contestata.