TY - UNPB
T1 - Gestione nelle Regioni italiane delle coorti incluse nella vaccinazione; differenze tra l’Italia e i principali Paesi europei e non, in Rivalutazione della vaccinazione anti-HPV a 5 anni dalla sua introduzione. HTA 2.0
AU - Ferriero, Anna Maria
AU - Specchia, Maria Lucia
AU - Lovato, E
AU - Cadeddu, Chiara
PY - 2014
Y1 - 2014
N2 - [Ita:]L’infezione da Papilloma Virus Umano (HPV)
è molto frequente nella popolazione femminile:
si stima, infatti, che almeno il 75% delle donne
sessualmente attive si infetti nel corso della
propria vita con un virus HPV di qualunque tipo
e che oltre il 50% si infetti con un tipo ad alto
rischio oncogeno; tra questi, i sierotipi 16 e
18 sono responsabili di oltre il 70% dei casi di
tumore della cervice uterina. Quest’ultimo
rappresenta il secondo tipo di tumore femminile
più frequente, con circa 500.000 nuovi casi l’anno
e 250.000 decessi nel mondo, e risulta essere il
primo tumore riconosciuto dall’Organizzazione
Mondiale della Sanità (OMS) come totalmente
riconducibile a un’infezione, quella appunto da
HPV. In Italia si verificano ogni anno circa 3500
nuovi casi di carcinoma della cervice uterina e
1000 decessi.
Nell’agosto 2006 l’OMS ha pubblicato una
guida per l’introduzione dei vaccini anti-HPV,
secondo cui le preadolescenti tra i 9 e i 13 anni
di età rappresentano il target primario, in quanto
la vaccinazione a questa età e prima dell’inizio dei
rapporti sessuali è particolarmente vantaggiosa
perché induce livelli di immunità molto elevati
prima di un eventuale contatto con HPV.
La vaccinazione contro l’HPV è diversa dalle
altre incluse nel calendario vaccinale in quanto
previene un’infezione sessualmente trasmessa
che può evolvere in cancro e anche il target è
particolare perché attualmente è raccomandata
alle ragazze pre-adolescenti. La disponibilità di
questi vaccini, pertanto, costituisce un’opportunità
di prevenzione fondamentale che deve tener inconsiderazione una serie di aspetti rilevanti quali:
la durata dell’efficacia e l’eventuale necessità di
richiami nel tempo, l’identificazione del target,
in termini di età e genere dei soggetti cui offrire
la vaccinazione e la fattibilità delle strategie
vaccinali, tenendo conto delle implicazioni sociali
di un vaccino contro una malattia a trasmissione
sessuale rivolto alle adolescenti. Va inoltre
sottolineato l’impatto della vaccinazione antiHPV
sulle politiche di screening: la vaccinazione,
infatti, non previene la totalità delle infezioni da
HPV ad alto rischio ed è quindi necessario che le
campagne di vaccinazione vadano ad affiancare
le attività di screening organizzato, poiché i due
interventi di prevenzione, primaria e secondaria,
sono complementari.
AB - [Ita:]L’infezione da Papilloma Virus Umano (HPV)
è molto frequente nella popolazione femminile:
si stima, infatti, che almeno il 75% delle donne
sessualmente attive si infetti nel corso della
propria vita con un virus HPV di qualunque tipo
e che oltre il 50% si infetti con un tipo ad alto
rischio oncogeno; tra questi, i sierotipi 16 e
18 sono responsabili di oltre il 70% dei casi di
tumore della cervice uterina. Quest’ultimo
rappresenta il secondo tipo di tumore femminile
più frequente, con circa 500.000 nuovi casi l’anno
e 250.000 decessi nel mondo, e risulta essere il
primo tumore riconosciuto dall’Organizzazione
Mondiale della Sanità (OMS) come totalmente
riconducibile a un’infezione, quella appunto da
HPV. In Italia si verificano ogni anno circa 3500
nuovi casi di carcinoma della cervice uterina e
1000 decessi.
Nell’agosto 2006 l’OMS ha pubblicato una
guida per l’introduzione dei vaccini anti-HPV,
secondo cui le preadolescenti tra i 9 e i 13 anni
di età rappresentano il target primario, in quanto
la vaccinazione a questa età e prima dell’inizio dei
rapporti sessuali è particolarmente vantaggiosa
perché induce livelli di immunità molto elevati
prima di un eventuale contatto con HPV.
La vaccinazione contro l’HPV è diversa dalle
altre incluse nel calendario vaccinale in quanto
previene un’infezione sessualmente trasmessa
che può evolvere in cancro e anche il target è
particolare perché attualmente è raccomandata
alle ragazze pre-adolescenti. La disponibilità di
questi vaccini, pertanto, costituisce un’opportunità
di prevenzione fondamentale che deve tener inconsiderazione una serie di aspetti rilevanti quali:
la durata dell’efficacia e l’eventuale necessità di
richiami nel tempo, l’identificazione del target,
in termini di età e genere dei soggetti cui offrire
la vaccinazione e la fattibilità delle strategie
vaccinali, tenendo conto delle implicazioni sociali
di un vaccino contro una malattia a trasmissione
sessuale rivolto alle adolescenti. Va inoltre
sottolineato l’impatto della vaccinazione antiHPV
sulle politiche di screening: la vaccinazione,
infatti, non previene la totalità delle infezioni da
HPV ad alto rischio ed è quindi necessario che le
campagne di vaccinazione vadano ad affiancare
le attività di screening organizzato, poiché i due
interventi di prevenzione, primaria e secondaria,
sono complementari.
KW - Cohorts Management
KW - Human Papilloma Virus
KW - Vaccination
KW - Cohorts Management
KW - Human Papilloma Virus
KW - Vaccination
UR - http://hdl.handle.net/10807/64206
M3 - Working paper
BT - Gestione nelle Regioni italiane delle coorti incluse nella vaccinazione; differenze tra l’Italia e i principali Paesi europei e non, in Rivalutazione della vaccinazione anti-HPV a 5 anni dalla sua introduzione. HTA 2.0
ER -