TY - CHAP
T1 - Arte contemporanea
AU - De Carli Sciume, Cecilia
PY - 2008
Y1 - 2008
N2 - [Ita:]La parte dedicata all’arte figurativa contemporanea che compare nel III volume de L’arte cristiana in Italia è il primo contributo storico-critico che si propone di svolgere organicamente tale tema.
La trattazione parte dalla premessa che mentre la prima parte del secolo XX è attraversata dall’ansia progressiva e vitalistica delle avanguardie artistiche che, nel giro dei primi decennidel Novecento, mettono in discussione le regole dell’accademia sovvertendo radicalmente il sistema di rappresentazione, tale rivoluzione non sembra incidere quasi per nulla sul corpo delle chiese italiane la cui realizzazione, nell’ unità di progettazione architettonica e programma iconografico, rimane sostanzialmente stabile secondo le indicazioni del Concilio di Trento. A partire dalla fine del secolo XVIII, con l’Illuminismo, il rapporto tra chiesa e cultura è decisamente cambiato. Mentre l’opera assume via via le caratteristiche stesse dell’io, i valori della sua individualità e la sua qualità artistica si misura sulla sua perfetta autosufficienza, si innesta tra Chiesa e Arte quella reciproca distanza/diffidenza che allontanano tanto la religione dall’interesse estetico, quanto l’arte dal tema religioso.
In questo panorama tuttavia alcune personalità religiose intuiscono che la questione centrale, là dove si pone anche il dibattito sull’arte sacra avviato in Francia da Alexandre Cinghia e da Paul Claudel e i tentativi del suo rinnovamento operati dalla Société de Saint-Luc come dagli Ateliers d’Ars Sacré di Paul Denis e Georges Desvalières, aveva la sua radice altrove, nella riscoperta di una identità profonda della Chiesa ricercata nel vivo della società contemporanea. Seguono i capitoli: Maritain e l’arte contemporaneaa cui è connesso Gino Severini. Dai cicli pittorici nelle chiese della Svizzera romanda alla Via Crucis di Cortona; I domenicani Couturier e Régamey e l’”Art Sacré”; Giovanni Montini e l’Arte, che riguarda la sperimentazione artistica milanese che si svolge durante il suo episcopato, connessa anche all’azione dell’arcivescovo Lercaro a Bologna. Seguono alcuni approfondimenti dedicati aLa tradizione del nuovo e il ritorno alle origini, la chiesa dell’autostrada del Sole e una nuova Italia. Vi è poi il capitolo dedicato aIl Concilio Ecumenico Vaticano II e l’avvio del dialogo con il mondo contemporaneo, Il post concilio con l’indicazione dell’azione critica svolta dalla rivista “La Civiltà Cattolica” e l’individuazione di alcuni interventi importanti per la loro qualità artistica, quindi La ripresa della committenza ecclesiastica a partire dalla metà degli anni Ottanta del Novecento per concludere con il capitolo Luoghi, gallerie, rassegne periodiche, artisti, musei volto a documentare come si è innervata storicamente la relazione arte-chiesa.
AB - [Ita:]La parte dedicata all’arte figurativa contemporanea che compare nel III volume de L’arte cristiana in Italia è il primo contributo storico-critico che si propone di svolgere organicamente tale tema.
La trattazione parte dalla premessa che mentre la prima parte del secolo XX è attraversata dall’ansia progressiva e vitalistica delle avanguardie artistiche che, nel giro dei primi decennidel Novecento, mettono in discussione le regole dell’accademia sovvertendo radicalmente il sistema di rappresentazione, tale rivoluzione non sembra incidere quasi per nulla sul corpo delle chiese italiane la cui realizzazione, nell’ unità di progettazione architettonica e programma iconografico, rimane sostanzialmente stabile secondo le indicazioni del Concilio di Trento. A partire dalla fine del secolo XVIII, con l’Illuminismo, il rapporto tra chiesa e cultura è decisamente cambiato. Mentre l’opera assume via via le caratteristiche stesse dell’io, i valori della sua individualità e la sua qualità artistica si misura sulla sua perfetta autosufficienza, si innesta tra Chiesa e Arte quella reciproca distanza/diffidenza che allontanano tanto la religione dall’interesse estetico, quanto l’arte dal tema religioso.
In questo panorama tuttavia alcune personalità religiose intuiscono che la questione centrale, là dove si pone anche il dibattito sull’arte sacra avviato in Francia da Alexandre Cinghia e da Paul Claudel e i tentativi del suo rinnovamento operati dalla Société de Saint-Luc come dagli Ateliers d’Ars Sacré di Paul Denis e Georges Desvalières, aveva la sua radice altrove, nella riscoperta di una identità profonda della Chiesa ricercata nel vivo della società contemporanea. Seguono i capitoli: Maritain e l’arte contemporaneaa cui è connesso Gino Severini. Dai cicli pittorici nelle chiese della Svizzera romanda alla Via Crucis di Cortona; I domenicani Couturier e Régamey e l’”Art Sacré”; Giovanni Montini e l’Arte, che riguarda la sperimentazione artistica milanese che si svolge durante il suo episcopato, connessa anche all’azione dell’arcivescovo Lercaro a Bologna. Seguono alcuni approfondimenti dedicati aLa tradizione del nuovo e il ritorno alle origini, la chiesa dell’autostrada del Sole e una nuova Italia. Vi è poi il capitolo dedicato aIl Concilio Ecumenico Vaticano II e l’avvio del dialogo con il mondo contemporaneo, Il post concilio con l’indicazione dell’azione critica svolta dalla rivista “La Civiltà Cattolica” e l’individuazione di alcuni interventi importanti per la loro qualità artistica, quindi La ripresa della committenza ecclesiastica a partire dalla metà degli anni Ottanta del Novecento per concludere con il capitolo Luoghi, gallerie, rassegne periodiche, artisti, musei volto a documentare come si è innervata storicamente la relazione arte-chiesa.
KW - arte contemporanea
KW - arte cristiana
KW - christian art
KW - contemporary art
KW - arte contemporanea
KW - arte cristiana
KW - christian art
KW - contemporary art
UR - http://hdl.handle.net/10807/24726
M3 - Chapter
SN - 978-88-215-6021-7
SP - 266
EP - 327
BT - Storia dell'arte cristiana in Italia
A2 - VERDON, TIMOTY
ER -